In Giappone sono molte le particolarità che colpiscono un visitatore, soprattutto occidentale. Ma ce n’è una che balza agli occhi immediatamente. Un qualcosa che camminando per le strade, stona col paesaggio urbano a cui siamo abituati. Sono gli jidōhanbaiki, o più semplicemente: i distributori automatici.
Tutto qui? Potreste dire. Cosa c’è di strano in qualche distributore? Anche noi ne siamo pieni. Beh, la differenza sta proprio in quel “qualche”. E’ stato calcolato che in Giappone ci siano circa 5 milioni e mezzo di distributori automatici, uno ogni 23 persone! Una quantità così elevata da farti chiedere perché mai un giapponese senta il bisogno di una lattina di latte caldo al caramello (giusto per fare un esempio, ma ci sono almeno altri mille tipi di bevande, cibi, vestiti, ninnoli o qualsiasi altra cosa possa o non possa venirvi in mente) praticamente ogni dieci metri.
Molti hanno cercato di dare una spiegazione a questo fenomeno, alcuni dicono che sia una conseguenza degli alti costi dei dipendenti, altri mettono in evidenza il grande uso che i giapponesi fanno dei contanti, cosa che li spinge a svuotare spesso le tasche dall’abbondanza di spiccioli. Resta il fatto che, se all’improvviso veniste colti da un’irrefrenabile voglia di Coca Cola trasparente come l’acqua (si, nei distributori c’è anche questo… poi, il perché un popolo debba sentire il bisogno di una Coca Cola trasparente, è un argomento che andrebbe analizzato in altra sede), non dovete far altro che voltarvi in qualsiasi direzione e, nel giro di pochi metri, ne troverete uno.
C’è però un altro motivo per cui vale la pena di avvicinarsi a questi macchinari: sono tra gli unici posti in tutta la città in cui troverete dei cestini per i rifiuti. Nelle strade infatti non ci sono cestini, per il semplice motivo che i giapponesi non mangiano né bevono alcunché per strada (non parliamo poi di fumare o masticare gomme americane, cosa che potrebbe costarvi un arresto immediato…). Compiono queste azioni solo nelle immediate vicinanze dei distributori ed è qui che hanno posizionato tutti i cestini.
Un ultimo accenno devo farlo al modo in cui questi distributori sono tenuti. Non ce n’è uno che non sia perfettamente funzionante o immacolato come appena uscito di fabbrica. E qui entriamo nel campo del grande senso civico dei giapponesi. Macchinari che da noi verrebbero vandalizzati dopo poche ore dalla loro messa in funzione (se non presi d’assalto da delinquenti di ogni risma), qui sono rispettati e tenuti da conto come se ogni cittadino li considerasse di propria esclusiva proprietà.
Lasciatemi emettere un sospiro di invidia…
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