La produzione letteraria giapponese è vastissima e non sono certo la persona idonea a darne una valutazione critica. Voglio però consigliare alcuni libri che, a mio parere, forniscono delle chiavi di lettura interessanti sul Giappone e la sua società.
Prima di tutto, però, lasciatemi spendere due parole su un libro che sicuramente non può considerarsi alta letteratura, ma è risultato davvero utilissimo nell’organizzazione del mio viaggio in Giappone. Parlo di I Love Tokyo de La Pina. L’autrice, con arguzia e grande ironia ti fa penetrare nella cultura giapponese fornendo moltissime dritte interessanti e, a volte, addirittura indispensabili per programmare il vostro viaggio nella terra del Sol Levante.
Un altro libro che mi sento di consigliare è il romanzo Doromizu di Mario Vattani. Ebbene si, ancora un italiano, ma non un italiano qualunque. Vattani è stato console generale a Kyoto ed Osaka ed è giornalista affermato. In questo romanzo ti trascina nelle acque torbide (questo è il significato di doromizu) di una Tokyo che i turisti difficilmente potranno mai avvicinare. Dello stesso autore è uscito da poco anche La Via del Sol Levante, un viaggio in moto attraverso il Giappone.
Ancora di viaggio, ma stavolta in autostop, tratta Autostop con Buddha di Will Ferguson, nel quale non mancano momenti esilaranti.
Per concludere con autori non giapponesi che ne parlano con cognizione di causa, voglio segnalare Stupore e tremori di Amélie Nothomb, il racconto autobiografico degli anni passati a lavorare in un’azienda giapponese.
Ma veniamo agli autori giapponesi moderni (c’è una vastissima letteratura giapponese antica, ma la tralascerei per ora). Non si può iniziare che con Yukio Mishima, uno dei più controversi artisti nipponici del novecento, portavoce dei valori morali e tradizionali, un suo romanzo che lessi tanti anni fa e che mi piacque molto è Neve di Primavera.
Anche se è un autore che non amo particolarmente (e ci sono parecchie persone che sarebbero disposte ad uccidermi per questa affermazione…), un suo libro che ho molto apprezzato è Norwegian Wood di Haruki Murakami (da non confondere con Ryu Murakami, autore del morboso e celebratissimo Tokyo Decadence), una delicata storia d’amore intrisa di pessimismo e tristezza.
Come non parlare poi di Kitchen di Banana Yashimoto, autrice molto apprezzata in occidente, che prende lo spunto da una tematica fondamentale in Giappone: il cibo.
Concludo questa breve carrellata segnalando la trilogia di Toshikazu Kawaguchi, iniziata da Finché il caffè è caldo, che non ho letto, ma che sta riscuotendo un grande successo in questi ultimi anni.
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