Siamo a New York da un paio di giorni, quando, a colazione, il mio amico Marco con grande nonchalance se ne esce con questa strana affermazione: “Oggi vogliamo andare a vedere l’Amerigo Vespucci?”.
Non so se prenderla come una battuta, anche se di prima mattina Marco non è mai particolarmente brillante.
“Ho letto su internet che l’Amerigo Vespucci è attraccata a New York” chiarisce vedendo le nostre facce perplesse.
Accidenti, l’Amerigo Vespucci a New York? E’ una vita che cerco di vederla ed ora mi arriva addirittura a domicilio. Non posso farmi mancare questa chicca. Così, preso un taxi, ci facciamo portare al molo presso cui è attraccata. Si fa per dire, perché l’autista sbaglia l’ingresso e ci lascia piuttosto lontani.
Dopo una poco interessante passeggiata di una mezz’oretta tra i docks newyorkesi, arriviamo all’ingresso del molo ed eccola lì, bellissima. Certo, vista tra le imponenti strutture del porto sembra più una barchetta ormeggiata, ma man mano che ci si avvicina si mostra in tutta la sua eleganza.
La gran parte dei visitatori sono italiani o di origine italiana, orgogliosi, come noi, di vedere questa meraviglia e di mostrarla ad amici e parenti, ma ci sono anche diversi americani. Li sentiamo chiedere informazioni ai giovanissimi cadetti in alta uniforme, che rispondono gentili ed un pò emozionati.
Saliamo a bordo per una rapida visita e ce ne andiamo soddisfatti. Ogni tanto una nota di orgogliosa italianità fa bene allo spirito.
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