Scozia in auto, tra silenzi e tradizione.
Ero già stato in Scozia da giovane. Un viaggio che nei miei ricordi è rimasto tra i più belli di sempre. Era tale il mio entusiasmo per questo paese che non perdevo mai l’occasione di esaltarlo con racconti nostalgici. Fino a quando mia moglie, esasperata, non mi ha costretto ad organizzare un tour in auto attraverso la Scozia per portarla a vedere questo posto delle meraviglie, aggiungendo però “Ma stai attento, perché mi hai creato delle grandi aspettative…”. Preso atto del preoccupante avvertimento, mi sono impegnato per organizzare un giro che fosse all’altezza dei miei racconti e, coinvolti nuovamente i nostri amici Marco e Carla, ci siamo imbarcati alla volta di Edimburgo.
Giunti in aeroporto preleviamo l’auto affittata online e non essendo disponibile il modello prenotato, usufruiamo di un gradito upgrade alla classe superiore. Non effettueremo quindi il nostro giro insaccati dentro una media monovolume, come avevamo previsto, ma coccolati dentro una gigantesca berlina. Fortunatamente il nostro Marco è un guidatore provetto e non si fa spaventare dalle dimensioni dell’auto, complicate dalla guida a sinistra.
INDICE
1° GIORNO – Glasgow
In poco più di un’ora di viaggio arriviamo a Glasgow, dove ci sistemiamo nell’Hotel Crowne Plaza, un moderno albergo nella spettacolare zona nuova della città, dove siamo attorniati da strutture futuristiche che mandano in visibilio mia moglie Miriam.
E’ ancora presto, così ci dedichiamo alla visita della città. Con una passeggiata di una ventina di minuti, siamo in centro, dove attraversiamo Buchannan Street, una scenografica ed affollata via pedonale, vera arteria della città. Bei palazzi ottocenteschi si susseguono ospitando negozi e grandi magazzini di ogni tipo. Nonostante non ami molto i centri commerciali, voglio entrare a dare un’occhiata al Prince Square Shopping Centre, quella che Bill Bryson, uno dei miei scrittori preferiti, ha giudicato “uno dei più intelligenti interventi di rinnovamento urbano”. Devo convenire che sia l’esterno che l’interno della struttura sono davvero di grande impatto.
Miriam intanto comincia la sua esplorazione architettonica (a riguardo potete leggere il suo articolo L’architettura moderna in Scozia) portandoci a visitare The Lighthouse, opera di Rennie MackIntosh, celebre architetto che ha lasciato numerose testimonianze del suo lavoro a Glasgow. L’edificio è da visitare più per l’insolita struttura che non per il contenuto, ma soprattutto per la bella veduta della città che si ha dalla sua torre. Il giro tra le opere di Mackintosh continua con la Willow Tea Room, spettacolare sala da tea progettata in toto dal celebre architetto. Veramente particolari ed eleganti le sedie dalle alte spalliere.
Il pub è anche specializzato in degustazione di whisky. E’ d’obbligo assaggiarne qualcuno, ma nonostante tutto l’impegno che metto, la mia idiosincrasia per i superalcolici in genere, non mi fa apprezzare neanche questa degustazione.
2° GIORNO – Da Glasgow a Tobermory (Mull)
La mattina successiva, inizia il nostro giro in auto attraverso la Scozia più selvaggia. Prima, però, ci dedichiamo alla visita del quartiere futuristico che attornia l’hotel. Purtroppo abbiamo in programma una lunga tappa e non possiamo attendere l’apertura dei vari siti, quindi ci accontentiamo di dar loro un’occhiata dall’esterno, ma giunti di fronte al Riverside Museum, splendida realizzazione della compianta Zaha Hadid, sede del museo dei trasporti, abbiamo un attimo di indecisione. Il museo apre dopo mezz’ora e siamo tentati di attendere per fargli una visita.
Siamo incerti sul da farsi, finché Marco lancia un urlo, “Fermi tutti, non si va da nessuna parte, devo assolutamente visitare il museo !”. Conoscendo la sua avversione per i musei in genere, siamo colti di sorpresa, ma poi scopriamo che attraverso le vetrine ha intravisto un settore dedicato alle motociclette ed il centauro che è dentro di lui ha preso il sopravvento…
Detto per inciso, il museo è bellissimo e molto interessante ed è valsa veramente la pena attenderne l’apertura.
Soddisfatti dalla visita, risaliamo in auto per iniziare il nostro percorso attraverso una Scozia sempre più selvaggia.
La sosta al museo ha ritardato un pò la nostra tabella di marcia e dobbiamo arrivare ad Oban in tempo per prendere il traghetto delle 17,10. Nelle mie ricerche su internet, infatti, non sono riuscito a trovare b&b liberi a Tobermory, traguardo di questa prima tappa, quindi dobbiamo avere il tempo per cercarne qualcuno una volta arrivati a destinazione.
Durante il percorso costeggiamo il Loch Lomond fino a Tarbet, dove giriamo verso sinistra per attraversare una bella strada di montagna che, attraverso paesaggi spettacolari, ci porta fino ad Inveraray, sulle rive del Loch Fyne.
Diamo un’occhiata al grazioso centro cittadino e all’imponente castello del clan Campbell, duchi di Argyle, e proseguiamo per Oban, dove arriviamo un’ora e mezzo prima dell’imbarco.
Nonostante siamo nel primo pomeriggio del 27 luglio, il freddo è pungente, ma abbiamo il tempo per scaldarci e rifocillarci in una bella pasticceria vicina al porto. Lungo la banchina poi compriamo in una bancarella dei crostacei freschissimi che sgranocchiamo durante l’attesa.
Il tragitto in traghetto è breve ma spettacolare, infatti ci scorrono davanti il faro di Eilean Musdile ed il Duart Castle.
Sbarcati a Craignure ci incamminiamo subito per Tobermory dove, costeggiando il Sound of Mull, arriviamo in poco più di mezz’ora.
Sono ormai le sette e per paura di rimanere senza un posto dove dormire, ci infiliamo nel primo b&b che espone il cartello vacancy (scopriremo poi che si trattava dell’unico rimasto libero in tutto il paese).
Si tratta di una tipica villetta stile britannico, con bow windows e moquette dappertutto. La scala per arrivare alle stanze è così stretta che abbiamo difficoltà a passare con le valige in mano. Accettiamo le stanze senza neanche visionarle e, quando saliamo per depositare i bagagli rimaniamo piacevolmente sorpresi. Le camere sono minuscole, ma pulite e ben arredate. Ed il paesaggio dalla finestra è spettacolare.
3° GIORNO – Da Tobermory (Mull) a Portree (Skye)
Questa mattina un pallido sole ci accompagna lungo il nostro percorso in auto attraverso la Scozia. Viaggiamo verso ovest fino a Calgary Beach, una spiaggia spettacolare appena fuori del paesino di Calgary. Proseguiamo quindi lungo la costa occidentale attraverso splendidi paesaggi costieri, per poi ritornare verso ovest fino a Fishnish, dove ci imbarchiamo per la terraferma.
Nel mio viaggio precedente avevo visitato l’Isola di Iona, all’estremità sudoccidentale di Mull. Vero concentrato di storia e fede (basti pensare che la tradizione vuole che qui, durante i secoli, siano stati sepolti circa sessanta sovrani di Scozia, Irlanda, Norvegia e Francia), vi si arriva prendendo il traghetto dal suggestivo paesino di Fionnphort. Qui avevo dormito, in attesa di prendere il traghetto la mattina presto del giorno successivo. Oltre che per l’indiscussa bellezza dell’isola di Iona (che consiglio di visitare), questa parte di Scozia era rimasta nella mia mente per la serata passata nell’unico pub del paese. Qui, tutti i suoi abitanti si erano ritrovati per una serata danzante a suon di musica popolare. Il benzinaio da cui mi ero rifornito poco prima era alla cornamusa, mentre il titolare del mio b&b suonava la fisarmonica. Persino io, notoriamente poco avvezzo alle danze in genere, anche complice la birra che scorreva a fiumi, mi ero fatto prendere dall’euforia del luogo, passando una serata memorabile.
Ero stato in dubbio se inserire Iona nell’itinerario, ma il poco tempo a disposizione e, lo ammetto, la paura di non ritrovare più le atmosfere di un tempo, mi hanno fatto dirigere verso altri lidi.
Dopo un ulteriore tratto in auto immersi in una natura prorompente ed un paio di traghettamenti, arriviamo all’Eilean Donan Castle, forse il più iconico castello di tutta la Scozia. Incorniciato da grigie nuvole, ci appare in tutta la sua austera bellezza. Sembra di dover vedere apparire da un momento all’altro William Wallace o Connor MacLeod, l’ultimo immortale, invece appare una… cassa, dove una lunga fila di persone attende il proprio turno.
La visita è interessante, in quanto consente una suggestiva immersione negli ambienti piuttosto angusti ed arredati sobriamente, tipici di un castello medioevale. Il paesaggio circostante, poi, è quasi commovente.
Il pomeriggio volge ormai verso la sera e dobbiamo cercare un alloggio per la notte a Portree, sull’isola di Skye. Fortunatamente non dobbiamo traghettare, perché un ponte, lo Skye Bridge, unisce l’isola alla terraferma e, memori dell’esperienza precedente a Tobermory, ci affrettiamo a “lanciarci” verso il primo vacancy che incontriamo. Stavolta siamo meno fortunati, il b&b non ha nulla di rilevante (a parte una inquietante pelle d’orso che campeggia nel salone del b&b) e quando ci spostiamo verso il centro del paese, ci rendiamo conto che qui avremmo potuto trovare molto di meglio.
Il paese di Portree è un vero gioiellino incastonato attorno ad uno stretto porticciolo, nelle cui acque calme si specchiano delle graziose casette colorate.
Siamo affamati, quindi ci infiliamo in uno dei tanti ristorantini e ci rimpinziamo di ottimo pesce fresco. Prima di andare a dormire, ci concediamo un’ultima birra in un poco movimentato pub vicino “casa”.
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