Lo shopping a Tokyo

Avevamo pochi giorni a disposizione per girare la città e sono riuscita a ritagliarmi rari momenti di shopping puro. Ma sono bastati per farmi un’idea di cosa voglia dire vivere questa esperienza a Tokyo. Non credo esista un posto al mondo dove si possa trovare una tale varietà di articoli dei generi più disparati ed in tale quantità.

FASHION
Girare per i quartieri della moda, Ginza e Omotesando su tutti, è una delizia per gli occhi. Per un architetto come me, poi, unire moda ed architettura è il massimo che si possa desiderare (potete dare un’occhiata al post Architettura moderna a Tokyo). Certo, i prezzi sono inarrivabili, ma proprio all’inizio del viale principale ci sono due megastore della moda accessibili ai più, nei quali si possono trovare cose davvero interessanti. Si tratta di GU ed UNIQLO (quest’ultimo ormai presente in tutto il mondo). E comunque un’occhiatina allo SHISEIDO building vale sempre la pena darla.

Lusso sfrenato a Ginza

Ma cambiamo scena e spostiamoci a Shibuya. Questo è il regno incontrastato dei giovanissimi. Aggirandosi per il CENTER GAI, la via dello shopping appena di fronte all’uscita della metro Shibuya Achiko, oltre all’onnipresente UNIQLO, valgono una visita 109 e FOREVER 21, non fosse altro che per ammirare le torve di ragazzini vestiti nei modi più impensabili.  

Ancora un piccolo spostamento ed arriviamo a Harajuku, patria delle Harajuku Girls e dei cosplayer, ragazzi che decidono di abbigliarsi come i personaggi dei manga preferiti. Il loro quartier generale sono i grandi magazzini LAFORET, dove veniamo accolti da una bolgia infernale. E’ periodo di saldi e a quanto pare i giapponesi sono soliti promuoverli ingaggiando avvenenti ragazze che urlano a squarciagola fuori dai negozi per attirare l’attenzione dei passanti. E’ una delle contraddizioni di questo popolo, sempre riservato e rispettoso, ma pronto ad esplosioni di esuberanza insospettabili.
Nei giorni successivi avrò modo di dare un’occhiata ad un interessante quanto suggestivo quartiere, un pò fuori dalle rotte turistiche tradizionali. Si tratta di DAIKANYAMA, qui tutto è tranquillità e raffinatezza. Un’oasi di pace ad una sola stazione metro da Shibuya. Splendide villette e condomini di lusso, sono fiancheggiati dai negozi di moda per me più interessanti di tutta la città. Piccole boutiques di stilisti emergenti dove si possono trovare capi originali ed unici. Senza contare le miriadi di eleganti locali e ristorantini. Qui il lusso è palpabile, ma non ostentato. Davvero un bel posto da scoprire. 
Daikanyama

Cambiamo completamente genere con SUGAMO, il quartiere dove decidono di trascorrere la vecchiaia molti cittadini di Tokyo. Questa migrazione è nata in virtù della presenza di una statua alla quale sono attribuite proprietà taumaturgiche e, col passare degli anni è divenuta un vero e proprio fenomeno, tanto che il quartiere oggi è noto come la “Harajuku delle nonne”. Tutto qui è a misura di anziano, le strade sono pedonali e piene di panchine, negozietti, caffè e pasticcerie. Ma la vera chicca in fatto di shopping fashion sono i negozi di biancheria intima. Un’antica tradizione infatti vuole che indossare biancheria di colore rosso porti salute e fortuna e si possono trovare capi di ogni genere, sicuramente non di gran moda, ma, si spera, efficaci…

Sugamo

A questo punto vorrei spendere due parole sull’abbigliamento dei giapponesi. Fatta eccezione per le zone, alla moda, dove si nota una maggiore attenzione ad un look, come dire, più formale, fatto di capi firmati, pare piuttosto evidente che il modo di vestirsi qui a Tokyo subisca una netta distinzione, anzitutto di carattere anagrafico e poi sociale. Ci sono da una parte i giovani, fino ad età lavorativa, che non seguono alcuna moda ben definita, ma ne creano di personali abbinando modelli e colori secondo una propria logica (anche se spesso si fa fatica a seguire il filo di tali logiche), dall’altra invece, i cosiddetti salarymen, i lavoratori inquadrati nelle gerarchie aziendali, che indossano una vera e propria divisa che sembra sia strettamente regolamentata. Per gli uomini completo scuro (nero, grigio o al massimo blu), con camicia bianca e cravatta scura. Per le donne, tailleur anch’esso scuro, anche qui prevalentemente con camicia bianca. La mattina presto e la sera tardi si vedono questi eserciti di persone formare vere e proprie macchie scure per le strade. Divertente è il gruppo World Order che con i propri video ironizza sugli stereotipi dei salarymen giapponesi (vedi il post Giappone: la mia colonna sonora).
In genere, comunque, anche al di fuori dei momenti di lavoro (ammesso che ce ne siano), il jeans, da noi quasi una divisa per il casual di ogni età, qui non sembra suscitare alcun interesse.

Concludo questa rapida carrellata sullo shopping a Tokyo, parlando di cos’altro si possa acquistare al di fuori del mondo della moda.

Per piccoli e stravaganti regalini è d’obbligo una tappa da DAISO. Ve ne sono diversi, ma il più famoso si trova in Takeshita Dori. Da non trascurare neanche TOKYU HANDS, grande magazzino dove si può trovare di tutto, soprattutto per la casa. Anche di questo ce ne sono diverse sedi, ma la più grande è a Shibuya. Di DONKI poi potete leggere nel post di Lucky Giappone parte 1 – Tokyo.

Se siete interessati ad attrezzi per la cucina, non potete perdervi le centinaia di negozi che si susseguono lungo KAPPABASHI DORI. Anche se però non siete interessati a questo genere di articoli, vale la pena farci un salto per ammirare (e magari comprare) le incredibili riproduzioni in cera dei piatti tipici della cucina locale che potete vedere esposte nelle vetrine di gran parte dei ristoranti giapponesi.

Nei tanti mercatini, infine, si possono trovare articoli tradizionali di grande bellezza, che vanno dagli zoccoli in legno (Geta) con suola rialzata alle ciabatte infradito in fibra di bambù (Zori), dai geniali calzini con alluce separato (Tabi) a Kimono e Yukata di ogni colore. Poi, ventagli finemente dipinti, bacchette di legno, borse, scatolette e molto altro. Tutti a prezzi ragionevoli.

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